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I punti vendita
L’ex body builder campione di Vermentino dei Colli Apuani
Un grande vino espressione di un territorio dedicato alla viticoltura eroica: i bianchi di Pietro Mosti crescono fra il mare e le Alpi del marmo, in un microclima ideale
Se è vero che ormai è iniziata l’estate nel senso di vacanza, immagino non ci siano dubbi che il vino simbolo per antonomasia di questa stagione sia il Vermentino. Un vino e un vitigno diffusi lungo tutta la costa italiana con punte in Sardegna e in Liguria, ma anche in Toscana e persino in una regione dell’interno che il mare non ce l’ha: l’Umbria. Lo scorso anno furono 7 le regioni rappresentate al Concorso per il miglior Vermentino, promosso da 28 anni dal Comune di Diano Castello, che è un borgo con la bandiera arancione; quest’anno si replica, dal 16 al 18 luglio, con gli assaggi di Vermentino che dovranno avere caratteristiche proprie: non troppo aromatici e soprattutto caratterizzati da quella sapidità tipica che si unisce alla naturale freschezza.
Detto questo, lo scorso anno ha destato stupore che fra 78 campioni di Vermentino in degustazione, oltre a salire nel novero dei primi cinque i campioni della Sardegna e della Liguria, il primo assoluto lo abbia portato a casa un’azienda agricola dei Colli Apuani.
Era il Vermentino Candia dei Colli Apuani “Massetano” di Pietro Mosti. Ora, essendo che il sottoscritto era il presidente della Commissione di valutazione con 8 sommelier equamente divisi fra Ais e Fisar, posso dire che gli assaggi completamente anonimi ci hanno trovati tutti concordi.
Un caso? Più che altro direi il giusto riconoscimento a un territorio, che si presenta come un’impervia zona collinare con pendenze da capogiro tra Carrara e Massa, care all’antico popolo dei Liguri Apuani, dove da sempre, si pratica una autentica viticoltura eroica.
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E l’Aurora di Francesco vince il Premio Vermentino
I vini del Candia e la sua viticoltura eroica non hanno eguali. Lo ha riconosciuto anche il 27° Premio Vermentino, rassegna nazionale andata in scena a Diano Castello. Il riconoscimento più prestigioso, quello della giuria tecnica, ha premiato un’azienda di Romagnano, l’Aurora di Francesco, che ha superato la concorrenza di un totale di 78 etichette. Nelle due giornate di esposizione al Teatro della Concordia erano presenti ben 59 aziende in rappresentanza di 7 regioni. Sembrava che dovesse era una lotta tra liguri e sardi ed invece a prevalere è stato il massese Pietro Mosti con la sua etichetta “Massetano” del 2019. “Non posso dire che sia stata una sorpresa – ha commentato il produttore che oltre ad avere la cantina in località San Lorenzo vi gestisce anche il noto agriturismo “Il Gallo” – perché ero consapevole della bontà dei nostri vini che stanno vincendo riconoscimenti in giro per l’Italia. Temevo magari che ci potesse essere un occhio di riguardo per le aziende del posto”. Invece la commissione tecnica, che fra l’altro era presieduta da un illustre firma del settore come Paolo Massobrio oltre che da altri otto sommelier Ais e Fisar, non ha avuto dubbi nel decretare “Aurora di Francesco” vincitrice di questa edizione. “Il nome dell’azienda – spiega Mosti – deriva da quelli dei miei due figli Aurora e Francesco. In famiglia abbiamo sempre prodotto vino ma lo abbiamo iniziato ad etichettare dal 2002. Oltre al “Gallo”, che è proprio sopra la cantina, abbiamo anche due punti vendita: uno a Massa davanti a piazza Liberazione e l’altro in via San Leonardo. I riconoscimenti ai nostri vini fanno piacere e siamo fieri di contribuire a tenere alto il nome di Massa in questo campo. Ho da poco avuto notizia di aver vinto la medaglia d’oro al mondiale dei vini estremi con un altro mio vermentino, denominato ‘Riflesso’. Nei prossimi giorni andrò in Valle d’Aosta a ritirare il premio”.
Da la Nazione Massa-Carrara, 9 Settembre 2020